
I miei appunti di viaggio
Agosto per molti di voi significa ferie, ma soprattutto staccare dagli impieghi lavorativi almeno per un po’ mentre il vostro Sergio sfruttando questo periodo di chiusura è andato a trovare uno ad uno i propri fornitori nonché amici. Questo è il bello, ma anche il brutto di chi fà un mestiere come il mio soprattutto se cerca la qualità. Conoscere i prodotti è sicuramente importante mentre andare sul posto, parlare e vivere con loro anche solo mezza giornata è decisamente un’altra cosa!
Cercherò di trasmettervi le sensazioni che ho provato parlando con questi produttori anche se sono consapevole che l’unico modo è viverle in presa diretta. La fortuna vuole che alcuni d’essi trovandosi all’interno di un cerchio ristretto tra le provincie di Napoli e Caserta mi hanno consentito di non fare le corse e dedicare ad ognuno il giusto tempo per degustare, capire e vedere.
Per primo partiamo dal mio amico casaro Mimmo la Vecchia con il suo Caseificio “il Casolare” sito a nord della provincia di Caserta, specializzato nella produzione della Mozzarella di Bufala DOP campana e nel Fior di Latte. L’arte del casaro non è semplice al giorno d’oggi, soprattutto se si vuole rispettare la tradizione perché non bisogna farsi prendere dalla frenesia ma rispettare i tempi dettati da madre natura a partire dallo “sfruttare” quello che le bufale producono fino ad aspettare il momento giusto per mozzare la pasta. Entrati nel suo caseificio ; si ha la sensazione di essere immersi in un’immensa nuvola nuvola bianca dove gli aromi di freschezza e leggerezza si sentono ad ogni passo.
Lasciato Mimmo ed il suo paradiso del latte, mi sono recato poco distante e per la precisione a Castel di Sasso dove sono andato a trovare un altro mio amico specializzato nella produzione di una chicca enogastronomica molto particolare: il Conciato Romano. Manuel Lombardi è la sua famiglia ha deciso anni fa di riprendere in mano la produzione di questo particolare cacio la quale origine risale prima della fondazione di Roma.
Oltre al paesaggio stupendo, quello che mi ha colpito è proprio l’aria di storia che si respira intorno a questo formaggio dalle nobili origini. Se penso che una volta veniva conservato in anfore molto più pesanti ed ingombranti rispetto a quelle che Manuel usa oggi posso solo immaginare la fatica di questi antichi pastori nel lavorare tale cacio..I tempi son cambiati, così come gli strumenti, ma la tecnica e l’attesa nel vederlo maturare sono le stesse.
Se avete la possibilità vi consiglio di soggiornare presso il suo agriturismo perché non solo la mattina appena svegliati vi godrete un’ottimo panorama ma la cucina è uno spettacolo.
Non c’è due senza tre; difatti il terzo amico che vi presento si trova in Provincia di Napoli a pochi chilometri da Pomigliano d’arco. Vincenzo Egizio è il mio fornitore ufficiale d’ortaggi ed in particolare della famosa Papaccela napoletana ma qualche volta (se non vanno a ruba prima) anche dei friarielli che utilizzo in alcune mie pizze. Lavorare la terra è gia difficile se poi se siete uno come Vincenzo che si dedica alla coltivazione di prodotti in via d’estinzione la fatica è doppia perché oltre a coltivare bisogna preservare! Quando sono andato a trovarlo in una calda giornata d’agosto era immerso nei suoi campi con il sole che imperterrito gli scaldava la schiena ma non sembrava minimamente disturbarlo anzi lo stimolava ancor di più.
Al di là di questo, ciò che mi ha colpito maggiormente è il fatto che camminando nei suoi campi si ha la netta sensazione d’essere dentro un isola felice non tanto distante da quella terra balzata alle cronache nazionali e non solo per il suo alto tasso inquinamento: sembra proprio di vedere due mondi completamente diversi! Non mi stupisce il fatto che molte scolaresche locali visitino la sua azienda perché rappresenta ciò che dovrebbe essere l’agricoltura: lavoro, fatica e rispetto.
Amici spero che questo viaggio vi sia piaciuto ma non vi preoccupate perché primo o poi né arriverà un altro!